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“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”: con queste parole inizia la nostra Costituzione. Ma se il lavoro non c’è, non solo viene meno uno dei diritti fondamentali alla base del nostro sistema democratico, ma vacilla persino la percezione che abbiamo della nostra libertà (come può essere libero, infatti, chi per il proprio sostentamento dipende interamente dagli altri?). Non voglio qui parlare delle vecchie schiavitù (le clientele e le ideologie) o delle nuove schiavitù, non solo psicologiche, create da globalizzazione, estremismi religiosi o emigrazioni di massa. Vorrei però riflettere, in una giornata come questa, in cui si dovrebbe festeggiare il diritto di tutti a ottenere, conservare e difendere il proprio posto da protagonista attivo nella società attraverso il lavoro, come quest’ultimo sia diventato ormai più che un indubitabile ‘diritto’ (che è anche insieme un ‘dovere’ nei confronti del contesto familiare e sociale in cui interagiamo), un vero e proprio ‘privilegio’, spesso non solo poco remunerato, ma sempre più instabile e purtroppo sovente poco dignitoso. Forse non c’è tanto da festeggiare, quando il lavoro è diventato sempre più un privilegio di pochi, non sempre fortunati, ma sento il dovere almeno di salutare affettuosamente tutti coloro che lavorano anche nei giorni di festa, garantendo la nostra sicurezza, la nostra salute (come nel nostro Ospedale…) e offrendoci servizi e diversivi. Ho un profondo rispetto per tutti voi, che sacrificate la famiglia e gli interessi personali per coprire turni festivi, spesso massacranti, così come auguro a chi sarebbe disposto a qualunque sacrificio pur di avere un lavoro come il vostro, che possa presto cogliere l’occasione giusta e ottenere quella stabilità che troppo spesso è solo un miraggio. Spero, se diventerò Sindaco di Asti, di non essere solo il ‘garante del lavoro’ dei miei concittadini, ma anche di riuscire a trovare fondi e investitori per creare nuovi posti di lavoro, consolidando inoltre quelle situazioni che ora appaiono instabili. Io ce la metterò tutta, insieme a tutti coloro che mi sosterranno, ma vorrei che ogni cittadino si sentisse coinvolto in un progetto per il bene comune. Aspetto, quindi, i vostri suggerimenti e i vostri consigli. Sindaco anche tu, più che mai quando si parla di lavoro… e buon primo maggio a tutti voi!

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